C’è ancora molta confusione e mistero rispetto a cosa accade effettivamente durante una seduta di psicoterapia.
Spesso si usa accostare la psicoterapia allo scambiare delle chiacchere con qualcuno; se così fosse sarebbe plausibile il pensiero che ne consegue:
“Perché mai devo raccontare i fatti miei ad un estraneo? Se ho bisogno parlo con un amico”.
Altri pensano che la psicoterapia sia una sorta di magia, un’azione che un soggetto (lo psicoterapeuta) applica su una persona e che ha il potere di trasformarla:
“Vado dallo psicoterapeuta per farmi togliere la depressione…
”Porto
mio figlio che è disubbidiente dallo psicoterapeuta così me lo
rimette a posto!”.
Altri
ancora vanno per sentirsi dire sostanzialmente che hanno ragione, che
sono vittime dei dispetti, dell’egoismo, dell’incomprensione
altrui e magari portano con sé colui che secondo loro ha realmente
bisogno di cambiare:
“Dottoressa
vuol far capire a mio marito che..." oppure
In
realtà la psicoterapia non è né una chiacchierata, né una magia e
né un passaggio di deleghe. Soprattutto non è un tribunale, dove si
distribuiscono colpe e condanne come pensano coloro i quali rifuggono
la psicoterapia per timore di essere giudicati.
Facciamo
un passo indietro… Cos’è il disagio, la sofferenza emotiva che
motiva il ricorso ad uno specialista?
In
tutti i casi suddetti alla
base della richiesta
d’aiuto c’è qualcosa
che non funziona:
relazioni amorose, amicali, familiari, compreso il rapporto con il
proprio corpo o con la propria persona!
“Non
capisco perché incontro sempre dei farabutti”, “quando sono con
i miei amici non riesco ad essere spontaneo”, “tra me e mio padre
non c’è dialogo”,
etc…
Sono,
spesso, problemi persistenti con cui si è a lungo combattuto, sono
stati già fatti diversi tentativi per cambiare le cose, sono stati
ascoltati tanti consigli e ciononostante la vita non è più come
prima, qualcosa si è rotto
e non si riesce a trovare il bandolo della matassa.
Tali
situazioni derivano da un insieme
di preconcetti, convinzioni e modalità di comunicazione
che si sono apprese e consolidate nel corso degli anni. La persona
non riesce a rendersene conto in quanto esse sono automatiche e
inconsapevoli.
….come
agisce la psicoterapia?
La
psicoterapia consente di focalizzarle ed evidenziarle nel loro
manifestarsi.
Essa
è un dialogo attraverso il quale lo psicoterapeuta e il paziente
costruiscono gradatamente una relazione durante la quale emergono le
modalità problematiche del paziente e attraverso la quale tali
modalità possono essere contestate
e rielaborate.
Lo psicoterapeuta aiuta il paziente ad ampliare la sua modalità di interpretare gli eventi, spesso rigida e limitata, ad includere più elementi di giudizio, a guardare gli eventi da più angolazioni. È una prova di flessibilità in cui i vecchi schemi con cui si valutavano gli altri e se stessi vengono rimaneggiati, smontati e rimontati in un modo più ricco ed equilibrato; un esempio da uno stralcio di seduta:
Paziente:
“non piaccio a nessun
ragazzo”
Ampliamento della
prospettiva:
Terapeuta:
“Che aspettative hai
quando inizi a frequentare un uomo?”
Paziente:
“Beh viste le esperienze
passate, un po’ immagino come andrà a finire”.
Terapeuta:
“Tale pensiero come
influenza il tuo comportamento?”
Paziente:……
s i l e n z i o….
Il
paziente è spiazzato dalla domanda!
La
terapia serve a scuotere le certezze e ad inserire nuovi dubbi e
punti di domanda. Deve
offrire nuove informazioni che aiutino il paziente a capovolgere il
suo modo di porsi nel mondo e quindi a cambiare davvero la sua vita.
Richiede
dunque la disponibilità della persona a mettersi in gioco, ad
affrontare la difficoltà del cambiamento e a sperimentare modi di
vedere alternativi.
Il
paziente quindi lungi dall'essere l'oggetto passivo di un incantesimo
deve avere un ruolo attivo
e un'alta motivazione.
In
questo percorso di crescita avrà dei momenti di confusione, scoraggiamento e cicli di progressi e regressi ma potrà contare sul sostegno dello psicoterapeuta che ne evidenzierà le risorse e lo aiuterà a rimuovere gli ostacoli al cambiamento.
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