E' ormai esperienza comune, guardando la
tv o navigando su internet, trovare
programmi e siti che
“snocciolano” ricette di cucina di ogni tipo.Siamo rapiti da forme, colori e sapori fantasticati e molti non resistono alla tentazione di farsi coinvolgere da questo mondo incantato nel quale a colpi di “planetaria” magica, svariati ingredienti vengono trasformati in sorprendenti piatti, seducenti per gli occhi e per il palato.
E sebbene i risultati non sempre sono quelli immaginati, il prodigarsi nell'arte culinaria sta prendendo sempre più piede.
Ma qual è il motivo di così tanto
proselitismo?
Potrebbero esserci tante ragioni per
quanti sono coloro che si mettono ai fornelli. Eppure la dinamica
nell'esecuzione di una ricetta offre alcune suggestioni.Dal principio sul tavolo sono sparsi tanti ingredienti slegati tra di loro che presi singolarmente non hanno un gran sapore.
C'è confusione, disordine, farina e zucchero qua e là. Poi, eseguendo determinati gesti nella corretta sequenza e rispettando i tempi necessari, quell'amalgama indistinto prende forma e armonia.
Questo processo che conduce dalla confusione all'ordine e dal caos al controllo può avere una sorta di effetto terapeutico sulla nostra mente e sul nostro umore.
Viviamo in un tempo segnato
dall'instabilità e dalla confusione di regole e valori. Stiamo
assistendo al disfacimento di certezze rassicuranti: aumentano la
disoccupazione, le tasse, la solitudine. Di fronte a questa mancanza
di “governo” degli eventi possiamo sentirci sopraffatti da un
senso di impotenza; sfugge la sensazione di poter controllare il
proprio destino, di poter programmare il proprio futuro.
Ma se nell'immediato non si possono
controllare alcuni aspetti della propria vita forse si può
avere almeno un controllo nella propria cucina.
- Eseguire una ricetta, infatti,
permette di poter assaporare la sensazione di determinare il corso di
un evento, di esserne l'artefice e non colui che lo subisce
passivamente.
- Offre anche l'esperienza del poter
mettere ordine nelle cose: non si riesce a fare chiarezza nella
propria vita, non si sa che direzione prendere, quali scelte fare ma
forse si può dipanare tale confusione sul piano di cucina. Possiamo
creare all'esterno quell'ordine che non sperimentiamo all'interno,
nella nostra mente.
- Inoltre nel caso in cui non si svolgano attività che permettano di sentirsi utili e generativi, il realizzare una
ricetta può offrire la soddisfazione di aver creato un prodotto,
riflesso delle proprie capacità e della propria determinazione.
Non si può infine trascurare che in un
momento come quello attuale in cui soddisfare dei piaceri è
diventato sempre più difficile (viaggi, accessori, vestiti, cura di
sé), riscopriamo più forte la componente compensatoria del cibo
legata alla sua capacità di dare delle gratificazioni sostitutive.
Addentare un buon dolcetto, si sa, può
regalare un attimo piacevole e se possiamo unire la soddisfazione del
palato all'autocompiacimento per l'abilità dimostrata in cucina
allora saremo riusciti ad addolcirci un po' la vita.
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